Ogni giorno è un buon giorno

lunedì 5 novembre 2012

Una donna e una bambina

Non ci rendiamo conto di quanto siamo cresciute
finché non ci voltiamo indietro.
Io ho guardato il passato e c'ho visto un'altra me.
Il presente è un'ottima cartina di tornasole.
Ci da la giusta idea di chi siamo e ci consente anche di fare un resoconto.
A volte, i resoconti ci schiacciano.
A volte, ci salvano.
Non so, esattamente, cosa ho perso durante il viaggio.
So che al momento sono ferma ad una stazione e aspetto il treno giusto.
Mentre guardo l'orologio e attendo con fiducia,
tendo le mani alla bambina che sono stata.
Sì.E'così.
Una donna osserva una bambina:
una bambina dagli occhi sempre aperti.
Le fa tenerezza.
Perché crede nelle favole.
Crede che possa esistere un principe azzurro.
Crede che i buoni vincano sempre.
Crede che il suo vestito rosa le coprirà i piedi per tutta la vita.
Crede che il suo diadema continuerà a brillare della stessa luce finché lei lo vorrà.
La donna,
invece,
non ha più favole nelle quali rispecchiarsi.
Non crede più nei principi azzurri.
Sa che i buoni spesso perdono.
Ha abbandonato il suo vestito a balze per coprirsi dietro un paio di pantaloni.
Il suo diadema è un cerchietto di ferro.
Ma la bambina è lì.
E la guarda senza biasimarla.
Le tiene la mano e tace.
Una donna e una bambina, ferme alla stazione della vita.
La donna si china sulla bimba.
La fissa negli occhi e si rende conto di quello che ha perso.
E in quel momento,
in quell'istante,
passa un treno.
Salgono entrambe
chiuse in un abbraccio.
"Andrà bene", dice la bambina.
"Andrà come deve andare" risponde la donna.
Ma sono salite entrambe.
Una donna e una bambina, in un vagone sporco e nero.
Sedute accanto,
guardano la vita scorrere.
All'improvviso,
la donna
chiude gli occhi,
apre il finestrino
e mette la mano fuori.
Sfida l'aria.
"Che fai?" chiede la bambina.
"Cerco di afferrare l'aria con le mani!"risponde la donna.
"Puoi farlo?"
"Ci provo!"
La bambina sorride.
"Sono ancora parte di te!"
La donna capisce,
annuisce
e si rassegna al sogno.
"Sei sempre parte di me"
Poi prende il cerchietto,
lo adorna con pensieri positivi
e lo mette in testa.
Ed è la corona più bella che abbia mai avuto.
Perché quella donna
è, finalmente,
Regina consapevole del suo mondo.
Una donna e una bambina.
Piangono di felicità.
Nessuna ha dovuto rinunciare all'altra.
Sanno viaggiare senza farsi male.
Una donna e una bambina
alla corte dei sogni.
Sono una Principessa e una Regina.

domenica 4 novembre 2012

Dottore, che sintomi ha la normalità?

Dio solo sa se ho bisogno di normalità.
E cos'è la normalità?
Niente di così complicato.
La normalità è quando dai un nome alle cose semplici.
E'quando prendi per mano un amico e andate a fare una passeggiata.
E'quando il pollo sa di pollo e la mela sa di mela.
E'quando hai una sorella e le puoi confidare tutto.
E'trovare la macchina sotto casa.
E'ricevere un fiore, che sia uno, dall'uomo che ami.
E'piangere senza dover trattenere anche solo una lacrima.
E'poter prendere la rincorsa per urlare al mondo il tuo dolore.
Normalità è quando ti alzi la mattina che hai uno scopo ben preciso.
E'parlare al telefono con tua madre.
E'trovare il portafogli che hai perso, esattamente nel punto in cui l'hai perso.
E'insegnare a un bambino a dire"papà".
E'la campana di una chiesa che suona a festa.
E'andare a fare la spesa senza calcolare il centesimo.
E' brindare alla luna con la stessa gioia con la quale si festeggia l'alba.
E'uno shampoo alla camomilla.
E'un bagnoschiuma che fa tante bolle.
Normalità è scrivere mentre il cuore non fa male.
E' stropicciare un foglio con le migliori intenzioni.
E'sbagliare.
E'sbagliare di nuovo.
E' sbagliare ancora una volta.
E'ripromettersi di non amare più.
E'ritrovarsi nell'abbraccio che dà un senso al passato.
E'proiettarsi nell'anello che può dare senso al futuro.
Ma normalità è anche ricostruirsi.
Avere il coraggio di immaginarci più grandi di quello che siamo.
Pertanto mi scuserete se non ho scritto molto su questo spazio.
Sono stata alla ricerca di normalità.
E come ho, recentemente, detto altrove,
è strano che le persone più assetate di normalità
siano anche le più straordinarie.
Ed è intollerabile che,
nell'epoca del superfluo,
agli angoli delle strade,
ci siano così tanti mendicanti di normalità.
Forse i Maya avevano ragione.
Perché quando togli all'uomo
la possibilità di fare cose normali,
gli hai tolto un motivo per vivere.
Forse la fine è vicina.
Ma voglio essere fiduciosa
e mi viene da pensare:
Maya dire Maya.

venerdì 18 maggio 2012


Ed ecco che, in un giorno ordinario, il tuo blog viene menzionato tra i preferiti di Ata.
E, improvvisamente, ti rendi conto, che scrivere è un modo di fare amicizia.
Perché le parole sono ponti nati per unire mondi lontani e sconosciuti.
E io ne sono felice!

martedì 8 maggio 2012

Mestru Azioni!

Ciao amore,
volevo dirti una cosa:
volevo darti delle "Istruzioni per l'uso".

Sì. Hai capito bene.
Non voglio che il nostro rapporto cada nel baratro.

Non voglio perderti.
Pertanto, prima ancora che tu possa farti un'idea sbagliata di me,
mi sono permessa di scriverti un piccolo decalogo
per i giorni che mi vedono più isterica.
I cinque maledetti giorni che fanno di me un'assatanata sanguinaria violentissima femmina.
Quelli in cui il tuo trottolino amoroso,
butta fuoco pure dalle orecchie.

Sai amore, noi donne siamo semplici.
Ma, in quei giorni, siamo come vibratori.
Tese, nonostante l'ambiente umido, cariche come se avessimo le pile e propense a fari ittari vuci.
Allora, tieniti pronto:

1)La mia fase premestruale dura dai 20 ai 25 giorni. Durante i quali sei pregato di darmi costantemente ragione.
Pena: la totale devastazione della tua esistenza a suon di "Perché non la vedi esattamente come me?Dai, dai, dai, parliamone...Avà, svegliati!Parliamone!"

2)Durante la mia fase premestruale, ci sono i due giorni che si avvicinano all'evento, in cui sarò costretta, da forze sovrannaturali, a piangere.
Sei pregato di farmi ridere e di non ricordarmi che cause come
"Perché l'acqua nella pentola non bolle?"
e
"Perché questo di lavavetri deve lavare proprio sto minchia di vetro della mia cazzo di Punto?"
non sono sufficenti a buttarsi a terra, strapparsi i capelli e desiderare la morte improvvisa e subitanea.
In caso di inottemperanza, come pena si prevede: la totale devastazione della tua vita a suon di "Perché non mi capisciiiiii?!?!?!?"

3) Il primo giorno di mestruazione è il mio ovulo che si suicida perché evidentemente, tu bipede immondo, non sei stato in grado di fecondarlo.
Non ho voglia di giocare a pallavolo, nè di andare a pescare trote nel Po.
Devi lasciarmi nel mio dolore, al massimo ti consento di comprarmi il pacco di assorbenti.
E non quelli con gli indovinelli tipo: "Lo sapevi che l'agnocasto partenio può alleviare i dolori mestruali?"
Ho studiato. L'agnocasto partenio cresce sul Monte Bianco.
Quindi o ci vai tu a raccogliermelo o me ne esco con una Moment Rosa e vaffanculo.
Non sbagliare marca.
Pena: la totale devastazione della tua vita a suon di "Perchè non mi ascolti quando parlo? Eh?
Perchééé? Sei un inutile spreco di cromosomi!"

4) Il primo giorno di mestruazioni, mi si bloccano, nell'ordine: la schiena, le gambe, le ovaie e le trombe d'eustachio.
Questo significa che:
A.Non posso deambulare e tu mi porterai a spalla da una stanza all'altra e starò tutto il giorno a letto discinta come Paolina Bonaparte dopo l'incontro con un mezzo pesante.
B.Già che mi vedi a letto, brutto porco, non ti venisse in mente di fare sesso con la sottoscritta.
In questo caso, vale la regola del pirito spacca mutande: "Meglio fuori che dentro!"
Piuttosto, ti do venti euro e ti mando a mignotte.
C.Non chiamarmi, per nessun motivo. Nemmeno se hai una torsione del testicolo in corso.
Non ti sento e anche se ti sentissi, so già che me ne importerebbe come di sapere che la marmotta lesbica del Kazakistan ha trovato una compagna.
Pena: la totale devastazione della tua vita a suon di "La colpa non è tua, amore mio. La colpa è di quella gran buttana di tua madre!"

5) Nel mio primo giorno di mestruazioni, ogni tanto, mi viene anche la cacarella.
Non è colpa mia. E'colpa dello squilibrio del sistema gastrointestinale.
Sei pregato di non farmi rilevare che è da sei ore che sono in bagno.
Delle due l'una: o ti fai mettere un catetere dal Medico di Guardia o vai a cacare dalla vicina.
Non provare a farmi fretta perché sono in grado di alzarmi a quattro zampe dal cesso, aprire un pacco nuovo-nuovo di tampax e farti una gastroscopia con quelli maxi per i flussi tipo Tsu Nami!
Nel caso in cui dovessi entrare subito dopo di me, sei pregato di respirare a pieni polmoni ed esordire con la frase: "Amore, ma che profumo di brezza estiva sei in grado di produrre anche in quei giorni!"
So che stai mentendo, ma ci passerò sopra.
Se non ti adegui, ci passerò sopra.
Sopra il tuo cadavere, ad essere precisi.

6) Nel mio primo giorno di mestruazioni, il flusso è abbondante.
Sarò costretta dalla genetica (che fa di te un impunito bastardo) a usare assorbenti di 30 cm e con le ali.
Ricordandoti che è l'unica cosa di 30 cm che viene a contatto con la mia parte più intima (così, per mortificarti) volevo raccomandarti altresì di non farmi assolutamente pesare il fatto di camminare in maniera goffa e poco sensuale.
Chiariamo:
1.Io questo morto tra le ovaie non lo volevo.
2.Non ho piacere a camminare come una gallina padovana che, con un uovo che depone, è tintu per giunta.
3.Hai sempre licenza di andare a mignotte ma l'AIDS, l'ARS e l'ADSL che eventualmente contrarrai te le fai curare sempre da quella gran buttanissima donna che è tua madre.

7) Alla domanda: "Amore ti sembro gonfia?"
la risposta è "No, assolutamente". Categorico. Assoluto.
Se percepisco anche solo un attimo di esitazione, puoi farti un biglietto di sola andata per la Legione Straniera.
Io donna, gonfia e grassa, devasterò quel che resta della tua penosa esistenza a suon di: "Perché non mi dici mai parole carine? Però alla tua ex gliele dicevi! Che vuoi dire, che non sono carina come lei? Ah mi vuoi lasciare, ho capito!Potevi dirlo prima, anzichè fammi arrivare all'esasperazione!Sai che ti dico? Torna da tua madre e salutamela. Dille che le ho voluto molto bene. E salutami anche tua nonna. Che faceva lo stesso mestiere di tua madre. Questo perché sei figlio di buttana da generazioni! Porco!"

8) Se ho un desiderio tu me lo realizzi. e non mi importa se devi attraversare la Foresta Amazzonica per trovarmi un raro esemplare di farfalla o se devi mascherarti da sostenitore di Ferrandelli per scroccare una cena gratis. Non me ne frega niente.
Chi soffre? Io o tu? Io. E allora sono io che ho diritto di vita e di morte su di te.
Chi soffre? Io o tu? Io! E allora voglio che stiamo sul divano senza dirci niente per tutto il pomeriggio!
Chi soffre?Io o tu? IO!E allora Champions League un cazzo! Stasera guardiamo "Caterina e le sue figlie".
Chi soffre?Io o tu? IO E allora stasera vado si va letto con la borsa dell'acqua calda. Che vuol dire che siamo ad Agosto? IO sento freddo dentro e tu PURE!!!!
Se sgarri, ti triturerò l'esistenza a suon di : "Sei un insensibile!Un misogino, un maschilista!Non sai cosa sia la tenerezza, non sai cosa sia l'amore, non sai nemmeno cosa sia il sesso, visto che il vicino lo fa pure meglio di te!"

9) In quei giorni non voglio vedere anima viva.
No cene con i tuoi amici.
(Le mie amiche sono ammesse perché sono donne e sanno cosa provo).
No cinema.
No teatro.
No discoteca.
Sì ristorante.
(Perché sono invalida, mica scema).
No cena a casa di tua madre.
Mia madre può venire ma solo per portarmi i viveri.
(Ha perso un potenziale nipote, povera donna, cerca di capirla!)
Lei viene per darmi nutrimento, visto che tu, emerito encefalogramma piatto sai solo cucinarmi la pasta col tonno che ti faceva tua madre, per l'appunto.
Lei è donna come me!
Che significa che anche tua madre è donna?
Ma che minchia è novità?
Le suocere sono Rottwailer con una parrucca e due gambaletti.
Che c'entra che anche mia madre ti viene suocera?
Mia madre è mia madre. Tua madre è mia suocera.
Come che significa? Non esisto solo io?!?
(Ps. Se arrivo a quest'ultima frase sei già un uomo morto. Dammi disposizioni sui fiori da mettere nella ghirlanda. Ci faccio pure scrivere: "Con tanto amore a quella testa di cazzo che disattese i miei comandamenti")

10) Amore, durante la mia fase pre- durante e post mestruale, non importa ciò che farai o dirai, in definitiva.
Io ti amo. E se tu sarai in grado di leggere tutto il mio amore tra le pieghe di un vaffanculo o tra i sospiri di un "Porca di quella gran buttana di TUA madre" vorrà dire che hai capito tutto di me.
Amore, sappi che l'amore e le mestruazioni non sono poi così diverse.
Ti costringono a stare a letto, ti sconvolgono la quotidianità e, alla fine,c'è sempre un gran spargimento di sangue.
Ma non sai come e non sai perché, trovi sempre la forza di ricominciare.
Anche quando sei a carponi e pensi che la vita sia finita.
Amore io ti amo e se non fosse che sei un uomo, insulso, inefficente, inefficace, inutile, immondo, osceno e imbarazzante, ti amerei anche di più.
Amore se, in quei giorni, non riesco a dirti "Ti amo", tranquillo!
E'perché ti odio!
Ma non perché sei tu.Io ti odio perché sei uomo.
E perché io, cretinissima donna mestruata, tra i tanti uomini della terra, ho scelto proprio quello con la madre più buttana!

venerdì 20 aprile 2012

Come stai? Morto bene, grazie!

C'era una volta un uomo.
Si capiva che era uomo
perché all'anagrafe era registrato come uomo.
Il mondo pensava che fosse uomo.
Immondo, pensava, ma uomo.

Quest'uomo, una mattina,
si sveglia e la sua vita non è più la stessa.
Gli erano morti i fiori di plastica,
gli era morto il gallo dell'orologio a cucù,
gli era morto, anche, un peluche.
Insomma, quel giorno gli inizia "morto" bene.

L'uomo non supera lo choc.
Perché lui al gallo dell'orologio a cucù ci teneva.
E perché, diciamolo, quando a un uomo muore un uccello,
è difficile farsene una ragione.
Anche se è di plastica e non esercita.

Sempre quel giorno,
l'uomo attonito e percosso come la terra del 5 Maggio
esce di casa e non si ritrova più nel luogo dove aveva vissuto.
Si apre la porta e c'è un nuovo spazio siderale tra due crepe.
Uno spazio che è la fusione tra gli anni in cui aveva il pannolino,
e quelli in cui porterà il pannolone.

E con estremo stupore,
quest'uomo realizza che quel giorno gli è morto pure il presente.
E che ci sono crepe che crepano e crepe che fanno crepare.
E queste, che calpesta, sono crepe del secondo tipo.

E, allora, coi ai piedi un suolo che non lo rappresenta,
ramingo vaga tra le nebbie che la testa gli offre.

Perché quando muore il presente,
capita che la mente si rifugi nell'unica terra che conosce: quella delle ombre.
Una landa desolata fatta di fantasmi e immagini che ci ricordano chi eravamo.

E poi, c'è anche da dirsi, che gli uomini, rispetto alle donne,
non sanno gestire le situazioni di panico.
Entrano in crisi per un raffreddore,
per un callo sul mignolo del piede,
per una gravidanza alla quale hanno contribuito con uno sputo di pene,
per una prostata che assume volume.
Affrontare il vuoto del tempo che è,
per loro,
è come baciare la morte, portarla a cena fuori,
andarci a letto e rialzarsi la mattina dopo col culo che brucia.

E così, quest'uomo,
senza più fiducia in se stesso,
mette un piede nel passato.
E ha gambe forti con le quali ci sguazza.
Il cervello è appagato.
Il cuore ha pagato.

Perché l'unica cosa che quest'uomo non ha calcolato
è che quando si sceglie la sicurezza di una vita già vissuta,
a farne le spese è quel TUM TUM col quale
smetti di vedere e inizi a sentire il mondo.

Il TUM TUM che ti spinge oltre
e a differenza del TOM TOM
magari ti fa pure sbagliare strada,
ma non per questo ti fa sentire nel posto sbagliato.

L'uomo che stava morto bene,
questo non lo ha previsto.
E così, si alza nel passato
ogni nuovo giorno
e si sente sicuro ma non felice.

Perché ci vuole coraggio per essere felici.
E il coraggio non è per tutti.

E si sveglia e si sveglia ancora
in un mondo di fumo e nebbia.
Ed è Lunedì che gli si è suicidata la Carta Igienica,
ed è Martedì che lo ha abbandonato anche il divano,
e Mercoledì, la lavatrice è scappata con il phon,
e Giovedì il televisore si è lanciato dal balcone,
e Venerdì i tappeti si sono accartocciati in loro stessi,
e Sabato è morto il frullatore
e Domenica ha salutato questo mondo anche il mestolo.

E si svuota una casa. E si svuota lui.
Solo la notte, ogni tanto,
sente TUM TUM- TUM TUM-TUM TUM.

TUM TUM (guardati)
TUM TUM (alzati)
TUM TUM (fidati)

E la notte non dorme.
Perché il futuro gli solletica gli occhi.
E di giorno non vive.
Perché il passato gli cancella il sorriso.

Allora un giorno, quest'uomo morto bene,
decide di mettere a confronto mente e cuore.
(E già che c'è, anche il pisello)

-Non sei degno di me- disse il cervello.
-Non sei all'altezza dei miei sogni- rispose il cuore.
-Non sai cosa significa affrontare i problemi.
-Non sai cosa significa superarli senza paura.
-Non sai gestire la vita pratica.
-Non sai cosa sia praticare la vita.
-Non hai mai visto una puntata di "Quarto Grado".
-Non hai mai visto "Viaggio in Inghilterra" e comunque sei fuori tema.
-Era per distogliere e comunque non ti reggo.
-Era per dirti che ti frego e comunque non ti tollero.
-Non hai basi solide a cui aggrapparti.
-Non hai ali valide su cui volare.
-Sei illogico.
-Anche tu.
-Costringi la gente a saltare nel vuoto.
-E tu li incateni col ricordo.
-Sei un futuro incerto.
-Sei un passato stagnante.
-Non sai cosa siano le regole.
-Non sai che, per vincere una partita, non sempre c'è bisogno di regole.
-Senza il pensiero razionale non c'è storia.
-Le più grandi rivoluzioni sono tutte partite da me.
-Non hai speranza di battermi.
-Non hai speranza di raggiungermi.
-Ou, fate come volete, ma una trombata a quando?- Era il pisello.
-Zitto, cazzo!- lo rabbonì il cervello
-Hai diritto di parlare anche tu- lo rassicurò il cuore.

Cuore e Cervello battibeccarono per giorni.

Alla fine,
l'uomo che stava morto bene,
disse: "Basta, da oggi starete in silenzio,
non voglio sentire nessuno dei due".
E spense tutto.
(Tranne il pisello: quello si alimenta con un gruppo elettrogeno indipendente)

In quel silenzio disumano,
in quella casa senza niente,
tra il buio della notte,
l'uomo si sentì in pace.

E in quella pace,
in quella morte col respiro,
proprio mentre passato e futuro
dormivano
sentì solo TUM TUM- TUM TUM- TUM TUM.

Si svegliò di soprassalto
e istintivamente,
si affacciò alla finestra.
Con stupore, vide che non c'erano più crepe
attorno a lui.
Sentì che l'orologio a cucù segnava l'una
e cantava ancora.
Vide i tappeti dov'erano sempre stati.
In quel buio senza stelle vide che la vita riprendeva i suoi colori.
E fu strano, per lui,
capire quanto futuro ci fosse già nel presente che viveva
e quanto presente si fosse perso
il giorno che aveva smesso di credere nel futuro.

-Che sta succedendo?- Chiese il cervello.
-Ti ho fottuto- Rispose il cuore
-Come hai fatto?
-Semplice: ho disatteso le regole.
-Sei indegno.
-Sei un coglione.
-Ou, scusate, ma ora si tromba?- domandò il pisello
-No, da adesso si fa l'amore, rispose il cuore.

E l'uomo che stava morto bene
si riprese il presente e il futuro.
Imparò a fare l'amore
e imparò ad amarsi.
Imparò a guardare il passato
senza sentirsi in dovere
di riviverlo per sentirsi al sicuro.

E, l'uomo che stava morto bene
seguendo un TUM TUM solitario,
si regalò un lieto fine
e una L al posto di una R
che fece di lui un uomo felice.





mercoledì 11 aprile 2012

Depressi One

Trenta.
Trenta anni.
Tutta una vita già vissuta e tutta una vita da vivere.
E'la terra di mezzo. Di mezzo i coglioni probabilmente.
I miei trent'anni sono iniziati con una crisi,
e con una crisi continuano.
Ormai, tanto mi ci sono affezionata, che le ho dato un nome.
Si chiama Antonietta: la crisi di chi non si accetta.

E sono tanti i motivi per i quali una non si accetta.
Dalla totale inesistenza di un lavoro
all'ennesimo abbandono sentimentale.
Insomma, diciamo che nel 2012,
una che, come me,
vive in bilico tra il sentirsi una merda e il sentirsi una cacca,
avrebbe anche una serie di alibi per metterla in culo ai Maya
e ammazzarsi prima del famoso 21/12/2012.

Ma vi racconto una piaga per volta.
Ok.
Lavoro. Vogliamo parlarne?
Dopo avere spedito, invano, mille curricula
ho capito che mi rimangono da tentare solo due carte.

1)"Grande Fratello".
Mi presenterò ai provini.
Dopo aver sterminato la mia famiglia, chiaramente.
Sapete com'è, la sanguinaria assassina con il viso angelico fa audience.
Potrei anche dire che sono nell'ordine: lesbica, sadomaso, camionista, emorroissa, ninfomane, ergastolana evasa e portatrice sana di sifilide.
Signorini mi farebbe una statua.
Mio padre pure.
Su una lapide.

2)Vaticano
Mi presenterò ai provini.
Dopo aver avvisato la famiglia, chiaramente.
Sarei una suora tra le più stimate.
Una di quelle che fuma durante le ore di religione.
Potrei anche dire che sono nell'ordine: lesbica, sadomaso, pornoattrice, arrapata cronica, disturbata mentalmente e portatrice sana di alcolismo.
Mi darebbero comunque l'8 X 1000.
Da laica integerrima lotto per 1000.
E perdo regolarmente.

Ma andiamo alla crisi del cuore.
Antonietta 2.0

E sì, perché quando ti abbandonano senza un motivo,
quando l'uomo che pensavi
che ti avrebbe insegnato ad amare più degli altri,
da un giorno all'altro decide
che per te e per lui non c'è futuro
le domande sono due:

1)Ma quanto cazzo di schifo devo fare all'umanità?
2)Ma quando cazzo l'hai deciso che per noi due non c'è futuro?

Siccome io il futuro lo vedevo e mi pare di capire che lui il suo futuro lo vede assieme a un'altra,
allora ritorniamo al punto n.1: Ok,evidentemente faccio schifo all'umanità.

E giù col Malox, con la Riopan, con l'Imodium e tutto ciò che è annesso al sistema gastrointestinale.
Perché ci sono amori che prima ti aprono il cuore e poi il culo.
E li cachi così per come sono entrati.

Allora, vi dirò: oggi che scrivo non ho una soluzione.
Oggi sono solo una palla di domande ben assestate.
Oggi però ho capito una cosa importante.
Ho trenta anni.
E se non riesco ad essere fiduciosa adesso,
mi attende una vita misera e poco felice.

Oggi ho preso per mano Antonietta.
L'ho riempita di carcagnate.
Mi sono ripetuta che sono splendida e meravigliosa.
Anche se non ci credo, anche se me lo dico per rabbia e disperazione.
Oggi ho deciso che la sveglia suona alle otto del mattino
e da quel momento fino a quando andrò a letto,
la qui presente si impegnerà
a ricostruire i suoi sogni
che sono la prima cosa che una crisi si porta via.

Antonietta si farà sentire, lo so.
Ma i miei sogni saranno più forti.
Perché ho il giallo.
Ho trenta anni e questo nero non mi fotte.

martedì 13 dicembre 2011

Alle pendici dei miei posticci Monti!

Ebbene sì.
Anche nel mio presepe è arrivata la crisi!
Era inevitabile:
quando c'è guerra, c'è guerra per tutti!

Io non ve lo sto a dire quanto sia stato difficile,
quest'anno, allestire il tutto.

Ho estratto i pastorelli dalla scatola.
Uno ha l'erna iatale da quando, due anni fà,
mia zia lo fece, inavvertitamente, decollare dal credenzone
dove dava bella mostra di sè;
uno ha 85 anni e odia la postazione che gli assegno ogni anno;
all'altro, che ha 104 pecore all'attivo, hanno dato l'accompagnamento.
(Sulla base della famosa legge 104)

Sono messi male...ma male!
Mi hanno guardato, imploranti, e mi hanno chiesto:
"Ma st'anno, pensione, niente?!?"

Gli ho risposto che la pensione è un'utopia messa in giro dai sindacati per ottenere consensi.
E ora mi guardano in cagnesco quando passo dalla stanza...

Ho estratto anche la massaia.
La prima cosa che mi ha detto, dopo un anno che non la vedevo,
è stata: "Ma stu Spread, unni s'accatta?!?!"

Le ho dovuto spiegare che lo Spread non si compra.
Lo Spread è come un impermeabile invisibile:
lo abbiamo pagato,ce l'abbiamo addosso, non lo vediamo
e per di più ci bagniamo lo stesso.
Per capire l'effetto che ha lo Spread,
dico solo che è come se Rocco Siffredi
la ponesse tra le chiappe a Cicciolina
e il culo bruciasse a noi.

E'incazzata da morire. Sta nel suo posto ma ce l'ha col mondo.

Intanto, nella fattoria, ho sentito degli spari.
E'stato Zio Tobia.
Ha ammazzato il porco Silvio!

Gli ho chiesto il perché
e mi ha risposto che, oggi come oggi,
essere un porco è un lusso.
L'ha fatto per evitare di pagarci le tasse.

A questo punto, le galline si sono sentite male,
per la paura hanno serrato le chiappe e da giorni non fanno nemmeno un uovo.
Sunto, Zio Tobia sta morendo di fame
e ha chiesto aiuto al pescivendolo.

Il pescivendolo lo ha guardato e gli ha detto:
"Rincoglionito!Havi anni ca piscu n'capu un lagu di carta stagnola,
haiu u stessu pisci, mmenzu i mani, da 10 anni
e fa chiù tanfu d'u porcu,di tri cammelli e di tutti ssi piacuri misi n'semmula.
Ma secunnu tia, ia m'ha passu bona?
E pua, buanu facisti a ammazzallu ca a o me paisi, puarci e addrini un s'hann'unciutu mai!"

Nel lato est del mio presepe c'è Totò, lo zampognaro.
E'un ex dipendente della Fiat di Termini
che si è dovuto reinventare un'attività.
Lo zampognaro sta triturando le palle a tutti gli altri personaggi
suonando "Vitti na crozza" con la zampogna.

A questo punto Mario, l'uomo con la lanterna
è esploso e ha detto che
suonare "Vitti na crozza" in sala parto
è di cattivo gusto.
Poi,si è dato fuoco per rivendicare il suo diritto
ad un lavoro stabile.

Bettina, la donna delle oche
la meglio vestita,
fa i conti con la patrimoniale.
Da che mondo e mondo,
dove ci sono oche, ci sono soldi in abbondanza.

Nel frattempo, al centro della scena,
c'è un'insurrezione popolare!
Mimì il macellaio, Antonio il fruttivendolo e Giovanna la fornaia
hanno circondato i Re Magi.
Gli stanno chiedendo di ridursi l'indennità.
Melchiorre ha detto che si ammazza,
Gaspare, che già hanno rinunciato ai cammelli blu
e Baldassarre si è espresso in arabo stretto:
"Mancpi Stagran Funcdi Minch!"

I cammelli sono due.
Con quello che costa la benzina,
uno è rimasto a casa.

Ecco, nel cielo, appare un angelo.
Lo scambiano tutti per un elicottero.
Viene tassato.

Nella capanna,
Giuseppe è vessato dall'ICI
(Imposta Capanna Immobile),
Maria per risparmiare sul metano
quest'anno ha preteso
un asino, un bue e una renna di Babbo Natale.
Gesù sorride e ripete:
"E'giusto che chi ha di più, dia di più!"
Per questo il suo papà paga e sorride.
Il suo Papa, invece, non vuole pagare manco per niente!

Quest'anno, nel mio presepe regna il malcontento.
La stella cometa fa una luce più fioca.
Non poteva essere diversamente,
per questi personaggi
che immobili e impassibili;
stanno alle pendici dei miei posticci Monti.