Ogni giorno è un buon giorno

lunedì 5 novembre 2012

Una donna e una bambina

Non ci rendiamo conto di quanto siamo cresciute
finché non ci voltiamo indietro.
Io ho guardato il passato e c'ho visto un'altra me.
Il presente è un'ottima cartina di tornasole.
Ci da la giusta idea di chi siamo e ci consente anche di fare un resoconto.
A volte, i resoconti ci schiacciano.
A volte, ci salvano.
Non so, esattamente, cosa ho perso durante il viaggio.
So che al momento sono ferma ad una stazione e aspetto il treno giusto.
Mentre guardo l'orologio e attendo con fiducia,
tendo le mani alla bambina che sono stata.
Sì.E'così.
Una donna osserva una bambina:
una bambina dagli occhi sempre aperti.
Le fa tenerezza.
Perché crede nelle favole.
Crede che possa esistere un principe azzurro.
Crede che i buoni vincano sempre.
Crede che il suo vestito rosa le coprirà i piedi per tutta la vita.
Crede che il suo diadema continuerà a brillare della stessa luce finché lei lo vorrà.
La donna,
invece,
non ha più favole nelle quali rispecchiarsi.
Non crede più nei principi azzurri.
Sa che i buoni spesso perdono.
Ha abbandonato il suo vestito a balze per coprirsi dietro un paio di pantaloni.
Il suo diadema è un cerchietto di ferro.
Ma la bambina è lì.
E la guarda senza biasimarla.
Le tiene la mano e tace.
Una donna e una bambina, ferme alla stazione della vita.
La donna si china sulla bimba.
La fissa negli occhi e si rende conto di quello che ha perso.
E in quel momento,
in quell'istante,
passa un treno.
Salgono entrambe
chiuse in un abbraccio.
"Andrà bene", dice la bambina.
"Andrà come deve andare" risponde la donna.
Ma sono salite entrambe.
Una donna e una bambina, in un vagone sporco e nero.
Sedute accanto,
guardano la vita scorrere.
All'improvviso,
la donna
chiude gli occhi,
apre il finestrino
e mette la mano fuori.
Sfida l'aria.
"Che fai?" chiede la bambina.
"Cerco di afferrare l'aria con le mani!"risponde la donna.
"Puoi farlo?"
"Ci provo!"
La bambina sorride.
"Sono ancora parte di te!"
La donna capisce,
annuisce
e si rassegna al sogno.
"Sei sempre parte di me"
Poi prende il cerchietto,
lo adorna con pensieri positivi
e lo mette in testa.
Ed è la corona più bella che abbia mai avuto.
Perché quella donna
è, finalmente,
Regina consapevole del suo mondo.
Una donna e una bambina.
Piangono di felicità.
Nessuna ha dovuto rinunciare all'altra.
Sanno viaggiare senza farsi male.
Una donna e una bambina
alla corte dei sogni.
Sono una Principessa e una Regina.

domenica 4 novembre 2012

Dottore, che sintomi ha la normalità?

Dio solo sa se ho bisogno di normalità.
E cos'è la normalità?
Niente di così complicato.
La normalità è quando dai un nome alle cose semplici.
E'quando prendi per mano un amico e andate a fare una passeggiata.
E'quando il pollo sa di pollo e la mela sa di mela.
E'quando hai una sorella e le puoi confidare tutto.
E'trovare la macchina sotto casa.
E'ricevere un fiore, che sia uno, dall'uomo che ami.
E'piangere senza dover trattenere anche solo una lacrima.
E'poter prendere la rincorsa per urlare al mondo il tuo dolore.
Normalità è quando ti alzi la mattina che hai uno scopo ben preciso.
E'parlare al telefono con tua madre.
E'trovare il portafogli che hai perso, esattamente nel punto in cui l'hai perso.
E'insegnare a un bambino a dire"papà".
E'la campana di una chiesa che suona a festa.
E'andare a fare la spesa senza calcolare il centesimo.
E' brindare alla luna con la stessa gioia con la quale si festeggia l'alba.
E'uno shampoo alla camomilla.
E'un bagnoschiuma che fa tante bolle.
Normalità è scrivere mentre il cuore non fa male.
E' stropicciare un foglio con le migliori intenzioni.
E'sbagliare.
E'sbagliare di nuovo.
E' sbagliare ancora una volta.
E'ripromettersi di non amare più.
E'ritrovarsi nell'abbraccio che dà un senso al passato.
E'proiettarsi nell'anello che può dare senso al futuro.
Ma normalità è anche ricostruirsi.
Avere il coraggio di immaginarci più grandi di quello che siamo.
Pertanto mi scuserete se non ho scritto molto su questo spazio.
Sono stata alla ricerca di normalità.
E come ho, recentemente, detto altrove,
è strano che le persone più assetate di normalità
siano anche le più straordinarie.
Ed è intollerabile che,
nell'epoca del superfluo,
agli angoli delle strade,
ci siano così tanti mendicanti di normalità.
Forse i Maya avevano ragione.
Perché quando togli all'uomo
la possibilità di fare cose normali,
gli hai tolto un motivo per vivere.
Forse la fine è vicina.
Ma voglio essere fiduciosa
e mi viene da pensare:
Maya dire Maya.