Ogni giorno è un buon giorno

venerdì 20 aprile 2012

Come stai? Morto bene, grazie!

C'era una volta un uomo.
Si capiva che era uomo
perché all'anagrafe era registrato come uomo.
Il mondo pensava che fosse uomo.
Immondo, pensava, ma uomo.

Quest'uomo, una mattina,
si sveglia e la sua vita non è più la stessa.
Gli erano morti i fiori di plastica,
gli era morto il gallo dell'orologio a cucù,
gli era morto, anche, un peluche.
Insomma, quel giorno gli inizia "morto" bene.

L'uomo non supera lo choc.
Perché lui al gallo dell'orologio a cucù ci teneva.
E perché, diciamolo, quando a un uomo muore un uccello,
è difficile farsene una ragione.
Anche se è di plastica e non esercita.

Sempre quel giorno,
l'uomo attonito e percosso come la terra del 5 Maggio
esce di casa e non si ritrova più nel luogo dove aveva vissuto.
Si apre la porta e c'è un nuovo spazio siderale tra due crepe.
Uno spazio che è la fusione tra gli anni in cui aveva il pannolino,
e quelli in cui porterà il pannolone.

E con estremo stupore,
quest'uomo realizza che quel giorno gli è morto pure il presente.
E che ci sono crepe che crepano e crepe che fanno crepare.
E queste, che calpesta, sono crepe del secondo tipo.

E, allora, coi ai piedi un suolo che non lo rappresenta,
ramingo vaga tra le nebbie che la testa gli offre.

Perché quando muore il presente,
capita che la mente si rifugi nell'unica terra che conosce: quella delle ombre.
Una landa desolata fatta di fantasmi e immagini che ci ricordano chi eravamo.

E poi, c'è anche da dirsi, che gli uomini, rispetto alle donne,
non sanno gestire le situazioni di panico.
Entrano in crisi per un raffreddore,
per un callo sul mignolo del piede,
per una gravidanza alla quale hanno contribuito con uno sputo di pene,
per una prostata che assume volume.
Affrontare il vuoto del tempo che è,
per loro,
è come baciare la morte, portarla a cena fuori,
andarci a letto e rialzarsi la mattina dopo col culo che brucia.

E così, quest'uomo,
senza più fiducia in se stesso,
mette un piede nel passato.
E ha gambe forti con le quali ci sguazza.
Il cervello è appagato.
Il cuore ha pagato.

Perché l'unica cosa che quest'uomo non ha calcolato
è che quando si sceglie la sicurezza di una vita già vissuta,
a farne le spese è quel TUM TUM col quale
smetti di vedere e inizi a sentire il mondo.

Il TUM TUM che ti spinge oltre
e a differenza del TOM TOM
magari ti fa pure sbagliare strada,
ma non per questo ti fa sentire nel posto sbagliato.

L'uomo che stava morto bene,
questo non lo ha previsto.
E così, si alza nel passato
ogni nuovo giorno
e si sente sicuro ma non felice.

Perché ci vuole coraggio per essere felici.
E il coraggio non è per tutti.

E si sveglia e si sveglia ancora
in un mondo di fumo e nebbia.
Ed è Lunedì che gli si è suicidata la Carta Igienica,
ed è Martedì che lo ha abbandonato anche il divano,
e Mercoledì, la lavatrice è scappata con il phon,
e Giovedì il televisore si è lanciato dal balcone,
e Venerdì i tappeti si sono accartocciati in loro stessi,
e Sabato è morto il frullatore
e Domenica ha salutato questo mondo anche il mestolo.

E si svuota una casa. E si svuota lui.
Solo la notte, ogni tanto,
sente TUM TUM- TUM TUM-TUM TUM.

TUM TUM (guardati)
TUM TUM (alzati)
TUM TUM (fidati)

E la notte non dorme.
Perché il futuro gli solletica gli occhi.
E di giorno non vive.
Perché il passato gli cancella il sorriso.

Allora un giorno, quest'uomo morto bene,
decide di mettere a confronto mente e cuore.
(E già che c'è, anche il pisello)

-Non sei degno di me- disse il cervello.
-Non sei all'altezza dei miei sogni- rispose il cuore.
-Non sai cosa significa affrontare i problemi.
-Non sai cosa significa superarli senza paura.
-Non sai gestire la vita pratica.
-Non sai cosa sia praticare la vita.
-Non hai mai visto una puntata di "Quarto Grado".
-Non hai mai visto "Viaggio in Inghilterra" e comunque sei fuori tema.
-Era per distogliere e comunque non ti reggo.
-Era per dirti che ti frego e comunque non ti tollero.
-Non hai basi solide a cui aggrapparti.
-Non hai ali valide su cui volare.
-Sei illogico.
-Anche tu.
-Costringi la gente a saltare nel vuoto.
-E tu li incateni col ricordo.
-Sei un futuro incerto.
-Sei un passato stagnante.
-Non sai cosa siano le regole.
-Non sai che, per vincere una partita, non sempre c'è bisogno di regole.
-Senza il pensiero razionale non c'è storia.
-Le più grandi rivoluzioni sono tutte partite da me.
-Non hai speranza di battermi.
-Non hai speranza di raggiungermi.
-Ou, fate come volete, ma una trombata a quando?- Era il pisello.
-Zitto, cazzo!- lo rabbonì il cervello
-Hai diritto di parlare anche tu- lo rassicurò il cuore.

Cuore e Cervello battibeccarono per giorni.

Alla fine,
l'uomo che stava morto bene,
disse: "Basta, da oggi starete in silenzio,
non voglio sentire nessuno dei due".
E spense tutto.
(Tranne il pisello: quello si alimenta con un gruppo elettrogeno indipendente)

In quel silenzio disumano,
in quella casa senza niente,
tra il buio della notte,
l'uomo si sentì in pace.

E in quella pace,
in quella morte col respiro,
proprio mentre passato e futuro
dormivano
sentì solo TUM TUM- TUM TUM- TUM TUM.

Si svegliò di soprassalto
e istintivamente,
si affacciò alla finestra.
Con stupore, vide che non c'erano più crepe
attorno a lui.
Sentì che l'orologio a cucù segnava l'una
e cantava ancora.
Vide i tappeti dov'erano sempre stati.
In quel buio senza stelle vide che la vita riprendeva i suoi colori.
E fu strano, per lui,
capire quanto futuro ci fosse già nel presente che viveva
e quanto presente si fosse perso
il giorno che aveva smesso di credere nel futuro.

-Che sta succedendo?- Chiese il cervello.
-Ti ho fottuto- Rispose il cuore
-Come hai fatto?
-Semplice: ho disatteso le regole.
-Sei indegno.
-Sei un coglione.
-Ou, scusate, ma ora si tromba?- domandò il pisello
-No, da adesso si fa l'amore, rispose il cuore.

E l'uomo che stava morto bene
si riprese il presente e il futuro.
Imparò a fare l'amore
e imparò ad amarsi.
Imparò a guardare il passato
senza sentirsi in dovere
di riviverlo per sentirsi al sicuro.

E, l'uomo che stava morto bene
seguendo un TUM TUM solitario,
si regalò un lieto fine
e una L al posto di una R
che fece di lui un uomo felice.





mercoledì 11 aprile 2012

Depressi One

Trenta.
Trenta anni.
Tutta una vita già vissuta e tutta una vita da vivere.
E'la terra di mezzo. Di mezzo i coglioni probabilmente.
I miei trent'anni sono iniziati con una crisi,
e con una crisi continuano.
Ormai, tanto mi ci sono affezionata, che le ho dato un nome.
Si chiama Antonietta: la crisi di chi non si accetta.

E sono tanti i motivi per i quali una non si accetta.
Dalla totale inesistenza di un lavoro
all'ennesimo abbandono sentimentale.
Insomma, diciamo che nel 2012,
una che, come me,
vive in bilico tra il sentirsi una merda e il sentirsi una cacca,
avrebbe anche una serie di alibi per metterla in culo ai Maya
e ammazzarsi prima del famoso 21/12/2012.

Ma vi racconto una piaga per volta.
Ok.
Lavoro. Vogliamo parlarne?
Dopo avere spedito, invano, mille curricula
ho capito che mi rimangono da tentare solo due carte.

1)"Grande Fratello".
Mi presenterò ai provini.
Dopo aver sterminato la mia famiglia, chiaramente.
Sapete com'è, la sanguinaria assassina con il viso angelico fa audience.
Potrei anche dire che sono nell'ordine: lesbica, sadomaso, camionista, emorroissa, ninfomane, ergastolana evasa e portatrice sana di sifilide.
Signorini mi farebbe una statua.
Mio padre pure.
Su una lapide.

2)Vaticano
Mi presenterò ai provini.
Dopo aver avvisato la famiglia, chiaramente.
Sarei una suora tra le più stimate.
Una di quelle che fuma durante le ore di religione.
Potrei anche dire che sono nell'ordine: lesbica, sadomaso, pornoattrice, arrapata cronica, disturbata mentalmente e portatrice sana di alcolismo.
Mi darebbero comunque l'8 X 1000.
Da laica integerrima lotto per 1000.
E perdo regolarmente.

Ma andiamo alla crisi del cuore.
Antonietta 2.0

E sì, perché quando ti abbandonano senza un motivo,
quando l'uomo che pensavi
che ti avrebbe insegnato ad amare più degli altri,
da un giorno all'altro decide
che per te e per lui non c'è futuro
le domande sono due:

1)Ma quanto cazzo di schifo devo fare all'umanità?
2)Ma quando cazzo l'hai deciso che per noi due non c'è futuro?

Siccome io il futuro lo vedevo e mi pare di capire che lui il suo futuro lo vede assieme a un'altra,
allora ritorniamo al punto n.1: Ok,evidentemente faccio schifo all'umanità.

E giù col Malox, con la Riopan, con l'Imodium e tutto ciò che è annesso al sistema gastrointestinale.
Perché ci sono amori che prima ti aprono il cuore e poi il culo.
E li cachi così per come sono entrati.

Allora, vi dirò: oggi che scrivo non ho una soluzione.
Oggi sono solo una palla di domande ben assestate.
Oggi però ho capito una cosa importante.
Ho trenta anni.
E se non riesco ad essere fiduciosa adesso,
mi attende una vita misera e poco felice.

Oggi ho preso per mano Antonietta.
L'ho riempita di carcagnate.
Mi sono ripetuta che sono splendida e meravigliosa.
Anche se non ci credo, anche se me lo dico per rabbia e disperazione.
Oggi ho deciso che la sveglia suona alle otto del mattino
e da quel momento fino a quando andrò a letto,
la qui presente si impegnerà
a ricostruire i suoi sogni
che sono la prima cosa che una crisi si porta via.

Antonietta si farà sentire, lo so.
Ma i miei sogni saranno più forti.
Perché ho il giallo.
Ho trenta anni e questo nero non mi fotte.